Come inaugurare questo nuovo spazio dedicato al lutto perinatale, ovvero al lutto?
Vorrei farlo cominciando dal principio: il lutto.
Cos’è il lutto?
Già nel cercare una definizione, che sembra essere certa e universale, possono scoprirsi grandi sfumature.
Lutto: latino luctus, da lugere, piangere.
Per l’esperienza che ho di lutto, per me esso è dolore.
È legato ad una notizia di profondo cambiamento, l’annuncio di un’assenza perpetua.
Come è accaduto nel cuore di una notte di tanti anni fa, in cui è squillato il telefono e uno dei mie zii mi ha annunciato semplicemente:
Ciao gioia, mammina è mancata.
Oppure come è accaduto una mattina di alcuni anni fa, quando la ginecologa ha annuito alla mia domanda:
Il battito non c’è più, vero?
O come anche è accaduto qualche mese dopo, un’altra mattina, in cui la ginecologa scuoteva la sonda sul mio ventre, ma niente: era tutto immobile. Di quella mattina ricordo gli occhi della dottoressa: spalancati, fissi, pieni di sconcerto.
Mi ha abbracciato. Lei mi ha abbracciato e non si è data per vinta.
Faremo il possibile per scoprire perchè! Ma non è detto che ci riusciremo… la sfiga ci vede bene, a volte anche meglio.
Il lutto è semplice: è solo il dolore della fine.
Non è semplice affrontarlo, starci dentro, comprenderlo davvero, accettarlo.
Il lutto è legato alla morte e senza affrontare la morte credo non sia possibile dare una dimensione al lutto.
Affrontare la morte è spaventoso, perchè la morte porta via. Porta via per sempre. Chissà se andando a curiosare là dentro, anche noi saremo portati via…
Riusciremo a tornare e come torneremo?
Così molto spesso la morte è evitata.
Non parliamone, non pensiamoci, non occupiamocene.
Si resta lì, in un luogo, non luogo. Dove si percepisce solo buio, assenza, vuoto e dolore. Il dolore della mancanza, del cambiamento, di abitudini che devono essere stravolte. È un dolore sordo, fatto di impotenza. Occorre trovare altri pensieri, spostare le aspettative, smettere di averne, oppure trasformarle.
Il lutto è il dolore della trasformazione.
Una trasformazione che non avevo chiesto, che non mi aspettavo, che non desideravo, verso la quale nulla ho potuto e nulla si può.
Eppure…
Non mi è rimasto dolore.
Forse la curiosità mi ha salvato.
Nonostante la paura di perdermi, sono entrata nel luogo della morte, sono rimasta nel vuoto dell’assenza, ho ascoltato quel silenzio assordante e ho aspettato di capire cosa sarebbe successo.
Non è accaduto niente.
Ho scoperto che lì dentro potevo starci, che proseguivo a respirare, a svegliarmi la mattina e addormentarmi la sera. Dopo un certo tempo, mi sono guardata indietro e ho visto tutti i giorni trascorsi in quel luogo: tanti.
Ho preso sicurezza e sono andata avanti: in quel luogo non c’erano solo dolore, vuoto e silenzio.
C’era il mio passato con le persone che non avevo più. C’erano i ricordi, le risate, le arrabbiature, le fatiche… c’era tutto l’amore che c’era stato.
Cavolo!
La morte non porta via che il corpo delle persone, ma non porta via quel che quelle persone sono state, hanno dato, hanno tolto, hanno condiviso.
Mi può bastare?
Può bastare il passato?
Non c’è altro che il passato. Allora qui è stata la scelta più complicata: se me lo faccio bastare, posso tenermelo tutto e goderne. Se non voglio che mi basti, combatterò in eterno una sottrazione a cui non posso rimediare. Penserò di essere stata sfortunata a non avere potuto godere di altro e sarò troppo occupata per godermi quel che ho avuto.
Sarò una persona triste e arrabbiata, per sempre.
Ho scelto che poteva bastarmi 😉
Quell’assenza oggi è piena di cose passate. È un pezzo della mia vita, indelebile e intramontabile.
Un pezzo meraviglioso d’amore condiviso.
Chissà quanto altro ne arriverà e quanto ancora potrò collezionare!
Ecco qui la voglia di vivere.
Solo vivendo si può amare. Solo vivendo si può avvicinare la felicità. Solo vivendo si può costruire un passato da tenere con sé per riscaldare il cuore.
Accogliere la morte è accogliere la vita, nel mezzo c’è il lutto e alla fine resta l’amore.
Questo è per me il tutto, invece Novella direbbe tutt’altra cosa… 😉
E tu? Per te cos’è il lutto?