Ecografia in bottiglia

Ecografia in bottiglia

La pagina Facebook Archeoplastica ha pubblicato la notizia del ritrovamento risalente a due anni prima di una bottiglia di plastica contenente le ecografie di un feto a 32 settimane di gravidanza.

Un successivo aggiornamento precisa:

Il nome Alizia potrebbe essere della madre ma non è da escludere che sia della bambina essendo l’ecografia realizzata in un laboratorio americano che realizza queste ecografie in 3D quasi a scopo di foto ricordo.

In effetti il testo “Alizia @(at) 32 weeks, Alizia a 32 settimane” non possiamo escludere completamente che sia il nome della bambina. L’ecografia è stata realizzata dal laboratorio Fun Fetal Photo che si trova negli Stati Uniti. Sicuramente loro potranno illuminarci.

Dal 2020 al 2022 abbiamo riscontrato lungo tutte le coste pugliesi un numero esageratissimo di queste bottiglie di gatorade, insieme a tanto altro materiale ampiamente documentato (ricordate i ketchup?) di provenienza americana, quasi certamente da mettere in relazione alla presenza di una portaerei americana davanti alle coste pugliesi in quel periodo.

L’ipotesi che facciamo è che quella ecografia di una mamma di 8 mesi sia stata spedita al compagno/marito e che quest’ultimo, un militare statunitense, l’abbia poi lanciata in mare all’interno della prima bottiglia che si è trovato per le mani.

Sulle ragioni del gesto si possono poi fare mille ipotesi. Una info (ipotesi) in più, ci è stato fatto notare che sembrerebbe una bambina dai tratti somatici afroamericani. Nel riquadro centrale si vedrebbe meglio il volto.

I commenti che accompagnano il post sono molti, alcuni dei quali provano ad interpretare il gesto come un modo per elaborare il lutto conseguente la morte del figlio, avvenuta probabilmente in seguito agli scatti che potrebbero essere le ultime immagini del piccolo in vita.

Alcuni definiscono questa creatura Mai nata, proprio come si usa fare in questi casi, un’abitudine dura da sgretolare, considerando che persino alcune ostetriche si ostinano a chiamare questi figli proprio in questo modo, incapaci evidentemente di pronunciare la verità: loro sono nati morti, purtroppo.

Un evento del genere è una vera e propria morte, a cui segue un vero e proprio lutto, che ha bisogno di essere accompagnato anche con i gesti. Noi usiamo dare sepoltura ai nostri morti da decine di migliaia di anni, così come da tempo immemore accompagniamo la morte con riti particolari e peculiari di ogni cultura.

La morte pre e perinatale resta spesso sguarnita di tutto ciò: mancano il cordoglio, la comunità intorno, il riconoscimento, un tempo in cui accogliere e salutare questi figli, nati a tutti gli effetti.

L’assenza di riferimenti talvolta lascia nel vuoto ancora più vuoto le famiglie chiamate ad attraversare questa esperienza, altre volte innesca modi originali di colmare il bisogno di compiere gesti tangibili che aiutino ad introiettare l’accaduto e accompagnarlo nella sua evoluzione.

Sarebbe importante immaginare e attivarsi per dare forma ad azioni che preservino il nostro ambiente, quindi se ti trovassi in una situazione analoga e desiderassi lasciare al mare un simbolo che rappresenti il tuo bambino, fallo avendo cura di usare materiali non inquinanti.

Sono molti i modi con cui ritualizzare questo evento, se senti il bisogno di essere accompagnata/o nel trovare quello più adatto a te, scrivici: saremo liete di darti il nostro supporto.

Ecografia in bottiglia

Pubblicato per la prima volta il 28 settembre 2024

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