Erika Zerbini libri
Attraverso il lutto perinatale
Il lutto perinatale è un evento ancora poco considerato sia nell’ambito della cura del trauma psicologico, sia del sostegno alla maternità a rischio o fisiologica, pur affondando profondamente le sue radici in questi campi.
Cosa accade a chi vive questa esperienza? Quali sono le domande più frequenti? Quali le azioni possibili?
Il tempo del lutto, apparentemente statico e intriso di sofferenza, è in realtà un tempo di profondo lavoro interiore e mutamento. Si tratta di un processo attivo, durante il quale sei chiamata/o a ripensare il tuo presente, includendo l’assenza, mentre il passato incombe col grande patrimonio che ha lasciato tuo figlio.
Attraversare il lutto perinatale richiede tempo, pazienza e grandi energie e, sebbene possa sembrare un percorso accidentato, disumano, ingiusto e immeritato, esso ti potrà condurre verso una nuova versione di te, alla scoperta di nuovi significati e arricchita dal passaggio di tuo figlio nella tua vita.
Questo volume, in parte autobiografico, è indicato per le famiglie in lutto perinatale e per tutte le persone desiderose di comprendere meglio questa intensa esperienza. Può fungere da piccolo manuale di primo soccorso emotivo e di auto aiuto.
Questione di biglie
Cosa comporta perdere un bambino durante la sua attesa?
Solitamente ci si limita a pronunciare a denti stretti: “L’ho perso”, l’interlocutore si ammutolisce, abbassa lo sguardo e, se non ci travolge con commenti inopportuni, dopo un rapido “Mi dispiace”, cambia discorso. Resta la sensazione che si parli unicamente di un incidente di percorso, qualcosa di poco conto che deve essere accantonato frettolosamente per andare avanti, perché un figlio è tale solo se nasce vivo, altrimenti non si sa bene cosa sia.
La realtà è che dietro la perdita di un figlio, il suo aborto, c’è un insieme di gesti gravosi che devono essere compiuti per forza. Quindi ci sono emozioni da affrontare che costringono a prendere decisioni sofferte, a meno che non siano gli altri (gli addetti ai lavori della medicina) ad arrogarsi il diritto di decidere per noi. Infine ci sono domande, molte domande che vorrebbero risposte, ma di sovente le risposte non ci sono o non si trovano.
Nato vivo
234 giorni sull’altalena delle emozioni:
“Sarà vivo? Se è morto cosa faccio? Non posso sopportare una nuova perdita… non so se sono capace di reggere ancora una volta.
Ma forse è vivo. In fondo non ho segnali evidenti che sia morto. In verità segnali non ne ho mai avuti, non così evidenti. Eppure sono morte. Erano morte… Ho portato con me la morte senza saperlo.
No: devo essere fiduciosa.
Se non avessimo mi briciolo di fiducia non avremmo tentato ancora. Abbiamo tentalo perché vogliamo livore fiducia: ancora. Probabilmente è vivo. Voglio godere della vita di mio figlio. Voglio esserci. Ci sono! Ma se muore? Che ne faccio di questo tempo? Come faccio…?”
Perdere un figlio durante l’attesa non rende migliori, così come si usa dire per trovare un valore positivo a qualcosa di tremendo, ma certamente rende diversi. Si cambia e non si torna più indietro. Col tempo certi spigoli possono essere smussati, certi traumi possono essere digeriti e sopportati, ma non si torna più quelli di prima, nemmeno se si riesce ad avere il figlio vivo che si è tanto rincorso.
Chiamami mamma
“Chiamami “mamma”, come chiami tutte le mamme che accompagni nel loro primo incontro coi loro figli. Anche io sono una mamma, pur se per me sarà il primo e insieme l’ultimo incontro con mio figlio. Guardami, ma non giudicarmi. Sono dentro un dolore che non ha confini, non ancora. Sto attraversando qualcosa che non conosco e che scacciavo ogni volta che mi capitava di immaginarlo”.
Il lutto perinatale è l’unico lutto che possiede un aggettivo per essere definito, eppure non esiste una parola che definisca chi lo esperisce: è vedovo colui a cui muore il coniuge, orfano colui a cui muore un genitore, ma per il genitore a cui muore un figlio non esiste definizione.
Il lutto perinatale viene dalla scomparsa di qualcuno che sembra non essere mai esistito: spesso erroneamente detto “mai nato”, pertanto non morto, quindi privo di legami, ovvero senza famiglia. Il lutto perinatale è un lutto troppo spesso privato dei riti, quindi senza cordoglio, ovvero abbandonato nella mancanza di abbracci, di parole, di riconoscimento e annegato in un pianto silente.
Il lutto perinatale è un’esperienza priva di confini, poiché ancora poco narrata. Il lutto perinatale è uno dei grandi tabù del nostro tempo. In queste pagine i pensieri e le parole sul lutto perinatale delineano un particolare punto di vista, capace di tracciare un percorso di elaborazione fra quelli possibili.
Insieme
Insieme è importante condividere il pianto, la parola, il pensiero e il ricordo di chi muore.
“Dove va chi muore?”
Insieme ai nostri bambini è importante piangere, parlare, pensare e ricordare il fratellino o la sorellina attesi e “Mai Nati”.
Però… Insieme possiamo scoprire quante forme diverse può avere l’Amore.
Un libro per tutta la famiglia che affronta insieme la triste esperienza del lutto perinatale.
Sembrava una promessa
Non si parla abbastanza di come la morte nel nascere frantumi nel profondo.
Non si parla abbastanza di come i frammenti possano essere ricomposti, con pazienza, dedizione e amore. Non si parla abbastanza di lutto perinatale.
Parliamone: Parole al lutto perinatale.