Il lutto al tempo del Coronavirus

Il lutto al tempo del Coronavirus.

In questi giorni penso spesso a chi muore da solo.

Penso ai familiari, costretti a stare lontani dai loro cari.

Penso a cosa debba essere non poter nemmeno entrare in ospedale, salutare sulla soglia per l’ultima volta e non rivedere mai più chi ne rimane inghiottito.

Penso a cosa debba essere non poter ‘fare le cose del lutto’.
Non raccogliersi nella camera mortuaria, non essere presente alla chiusura della bara, non seguire il feretro, non poter partecipare al rito del commiato o al funerale, non poter sprofondare nell’abbraccio condiviso dei dolenti che, insieme, si danno forza, non poter vedere il proprio caro prendere il suo nuovo posto, in un’urna, al cimitero… e intanto aiutarsi attraverso i gesti a raccontarsi la nuova realtà: non c’è più… bisognerà trovare il modo di reinventarsi il quotidiano, senza di lui, bisognerà imparare a vivere in un modo nuovo.

È qualcosa di inedito, sconosciuto per noi, come società e cultura. Per quanto tendiamo ad ignorare la morte e la nostra finitudine, quando ci capita di trovaci di fronte ad essa, ‘fare le cose del lutto’ ci aiuta a dare una dimensione a questa esperienza sconosciuta e impensabile.

Ecco, ora vorrei che vi soffermaste un momento a riflettere su questa fatica, all’innaturalità non tanto della morte, quanto del nulla dopo di essa, per noi che, dal paleolitico abbiamo avuto bisogno di dare una forma rituale al trapasso dei nostri amati.

Vorrei che vi soffermaste un momento a riflettere sulla quantità di genitori che ogni anno, nel silenzio più assoluto, vivono esattamente questa assenza innaturale di qualunque cosa, dopo la morte dei loro figli.

Ciò che stiamo sperimentando oggi in modo collettivo, è quanto sperimentano la maggior parte dei genitori chiamati a vivere il lutto perinatale.

È innaturale l’assenza di riti.
È straziante l’assenza di cordoglio collettivo.
È un buco nero senza forma né nome, ciò che resta, quando il figlio atteso viene inghiottito nel nulla.

È proprio un buco nero, senza forma né nome, il lutto senza lutto.

Il lutto al tempo del Coronavirus.

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