La consapevolezza del lutto perinatale
Il lutto perinatale è un lutto che, anche fra chi si occupa di lutto, non viene quasi mai menzionato. Non perché sia considerato parte del tutto, bensì poiché non è considerato affatto.
È un lutto poco raccontato, che trova scarse occasioni in cui essere accolto.
È un lutto difficilmente comprensibile, talvolta anche per chi ha vissuto l’esperienza di un aborto. Di solito accade quando ha assegnato a quella sua esperienza un significato diverso dalla morte, di conseguenza non ne ha sperimentato il lutto.
È un lutto impalpabile, poiché manca di uno storico di vita in società, come siamo abituati ad immaginarlo. Manca di un corpo che aveva vita e ha condiviso nel tempo il suo essere unico con i familiari, gli amici, i conoscenti, gli estranei. Manca spesso di un volto dai tratti peculiari, un suo tono della voce, manca dell’insieme di caratteristiche che ci permettono di tracciare precisamente l’individualità di quella persona.
Persona. Proprio una persona.
Persona: dal latino “per-sonar”, ossia risuonare (suonare attraverso).
Solo chi ha sentito “risuonare” in sé quella creatura, ne avverte l’assenza, ossia la cessazione della sua vibrazione. Sono le madri, i padri, i fratelli, i nonni e tutte le persone che sperimentano il lutto perinatale.
Occorre che ci fidiamo di loro.
Dobbiamo fidarci della veridicità dei loro racconti: il loro dolore, la fatica, lo sconvolgimento, la pena…
Non è qualcosa che hanno sognato, immaginato, sperato: è qualcosa che hanno vissuto e vivono.
Hanno proprio sperimentato l’esistenza materiale di quel figlio che c’è stato, ha risuonato insieme a loro e poi ha lasciato immobilità e silenzio.
Adesso sono soli, vuoti, senza… Esperiscono l’evidenza della morte: troppo spesso una parola della quale ci sfugge il significato reale. Troppo spesso una parola usata a sproposito, abusata nelle sue spettacolarizzazioni, proposta come qualcosa che coinvolge sempre gli altri e mai noi.
Ed eccola qui.
A toccare nella carne, nella mente e nell’anima.
Devono farci i conti e si apre loro un mondo nuovo, fatto di finitudine, di incontrollabilità, di impotenza.
È assenza, che si traduce in assenza di confini, assenza di speranza, assenza di futuro, assenza e basta.
Il lutto perinatale è un lutto vero, profondo, complesso, faticoso, doloroso e oggi anche estremamente solitario, evitato, disconosciuto, negato.
Non possiamo evitare che le persone soffrano per il loro lutto, ma possiamo offrire loro un ambiente in cui sentirsi accolte, protette e rispettate.
Non dobbiamo per forza capire quel che provano, ci dobbiamo però fidare di quel che ci raccontano ed essere ciò che siamo: persone. E allora “risuoniamo” insieme. Senza paura.
#ottobre
#mesedellaconsapevolezzadelluttoperinatale